giovedì 31 maggio 2012

A lettere scarlatte. La poesia di Emily Dickinson da P.Zaccaria . Zacaria


 leghe in lamé dorato. E, attraverso le lenti dei suoi occhiali, vedrà quasi tutto ciò che può essere visto. Il tappetino davanti al fuoco potrebbe davvero spiccare il volo da un momento all’altro. E il suo scialle, una volta aperto, potrebbe adunare i segugi dell’inferno e accendere la più stellata delle notti. Ridacchia solcando le onde dei cieli nella metà di guscio del suo cuore infranto. Le piume sollevate, perché ogni giorno impara l’amore. E’ rapita da qualunque alito di musica. Si prodiga per proteggere l’anima di qualsiasi cosa. Gli uccelli canori le raccontano storie segrete; così ha ‘l’occhio magico’ che vede oltre e dietro il presente. Come la sua controparte umana, molto probabilmente vive sulle rive di un fiume a lei caro… oppure, semplicemente, è lei stessa un fiume.”




Emily Dickinson, figura cardine della poesia americana e s/oggetto di questo studio, inscrisse a lettere scarlatte la propria appartenenza ad una tradizione di dissidenza praticata da donne culturalmente eretiche nel vecchio come nel nuovo mondo - la stregoneria - nel cuore stesso dei suoi versi-graffiti.
Attraverso la sua narrativa critica Paola Zaccaria prova a rinvenire la cifra nascosta della poetica dickinsoniana cui si ri-connettono alcune artiste del '900 (fra le altre: H.D., S. Plath, M. Kumin, A. Sexton, M. Rukeyser, D. Wakoski, R. Morgan, S. Griffin, A. Rich, D. Levertov). Si mostra così una simbologia del femminile costruita intorno alle figure della strega e della triplice dea, un immaginario che imbastisce paesaggi interiori dove domina la luna e il ragno, una intertestualità che cortocircuita la posizionalità diacronica con la maestra-sorella sia per immagini sia per ricerca stilistica, la predilezione per opere di riferimento a carattere antropologico in cui gli assunti androcentrici dei miti vengono re-visionati per procedere alla costruzione di miti storici, in continuo divenire, che concorrano alla costruzione di un simbolico in cui la donna non sia semplicemente oggettificata come "l'altra": la poesia si fa al contempo strumento politico e luogo dell'estetica in cui s'inscrive una visione sessuata del mondo e dei soggetti.
Paola Zaccaria insegna Letteratura Nord-Americana presso l'Università di Bari. Tra le sue pubblicazioni: Virginia Woolf: trama e ordito di una scrittura, Bari, Dedalo. 1980; Forme della ripetizione: le ipertrofie di E. A. Poe, i deficit di S. Beckett, Torino, Tirrenia Stampatori, 1992; Segni eretici. Scritture di donne tra autobiografia, etica e mito (a cura di e in collaborazione con P. Calefato), Bari, Adriatica, 1993; saggi su Joyce, T. Olsen, D. Barnes, K. Mansfield, D. Lessing, A. Lorde, C. Perkins Gilman, teoria della letteratura e critica femminista; ha collaborato con Bompiani e con la rivista Il piccolo Hans; al momento si occupa degli esiti letterari della condizione di esilio e viaggio.

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