mercoledì 1 agosto 2012

La Donna Selvaggia





Clarissa Pinkola Estés
Donne che corrono coi lupi
(Milano, 2007, frassinelli – trad. maura pizzorno)


storie di donne
Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nella complessità della vita. Ci mettono in grado di comprendere il bisogno dell’archetipo e i modi per far risalire l’archetipo sommerso.


natura selvaggia
La natura selvaggia porta tutto ciò di cui una donna ha bisogno per essere e sapere. Porta il medicamento per tutto. Porta storie e sogni e parole e canzoni e segni e simboli. È nel contempo veicolo e destinazione.


La Donna Selvaggia
La Donna Selvaggia in quanto archetipo, e tutto quanto sta dentro di lei, è la patrona di tutti i pittori, gli scrittori, gli scultori, i ballerini, i pensatori, di coloro che compongono preghiere, che ricercano, che trovano, perché tutti loro sono impegnati nell’opera di invenzione, ed è questa la principale occupazione della natura istintuale. Come in tutte le arti, sta nelle viscere, non nella testa. Può inseguire e correre, convocare e respingere. Può sentire, mimetizzarsi, e amare profondamente. È intuitiva, tipica e normativa. È assolutamente fondamentale per la salute mentale e dell’anima delle donne.
Dunque, cosa comprende la Donna Selvaggia? Dal punto di vista della psicologia archetipa, così come per le antiche tradizioni, è l’anima femminile. Eppure è di più: è la fonte del femminino. E tutto questo è istinto, è un insieme di mondi visibili e nascosti, è la base. Ognuna di noi riceve da lei una cellula splendente che contiene tutti gli istinti e le conoscenze necessarie alla vita.





La LobaLa Donna-Lupa
C’è una vecchia che vive in un luogo nascosto nell’anima che tutti conoscono ma pochi hanno visto. Come nelle favole dell’Europa Orientale, pare in attesa di chi si è perduto, di vagabondi e cercatori.
È circospetta, spesso pelosa, sempre grassa, e desidera evitare la compagnia.
(…)
L’unica occupazione de La Loba è la raccolta delle ossa.
(…)
Si dice che la sua specialità siano i lupi.
(…)
Striscia e setaccia le montagne e i letti prosciugati dei fiumi, alla ricerca delle ossa di lupo, e quando ha riunito un intero scheletro, quando l’ultimo osso è al suo posto e la bella scultura bianca della creatura sta davanti a lei, allora siede accanto al fuoco e pensa quale canzone cantare-
E quando è sicura si leva sulla creatura, solleva su di lei le braccia, e inizia a cantare. Allora le costole e le ossa delle gambe cominciano a ricoprirsi di carne e la creatura si ricopre di pelo.
La Loba canta ancora e altre parti della creatura tornano in vita; la coda, ispida e forte si rizza.
E ancora La Loba canta e il lupo comincia a respirare.
E ancora La Loba canta così profondamente che il fondo del deserto si scuote, e mentre lei canta il lupo apre gli occhi, balza in piedi e corre lontano giù per il canyon.
In un momento della corsa, per la velocità della corsa medesima, o perché finisce in un fiume, o perché un raggio di sole o di luna lo colpisce al fianco, il lupo è d’un tratto trasformato in una donna che ride e corre libera verso l’orizzonte.
Dunque ricordate – se vagate nel deserto ed è quasi l’ora del tramonto e vi siete un po’ perdute e siete stanche – che siete fortunate, perché forse La Loba può prendervi in simpatia e mostrarvi qualcosa, qualcosa dell’anima.

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