TRAMA: Il
personaggio principale racconta la sua infanzia e la sua giovinezza trascorse
nella minore e meno turistica isola del golfo di Napoli, Procida. Cresciuto senza madre con un padre
grigio ed ambiguo, Arturo riconosce Procida un po' come il penitenziario che
raccoglie i carcerati presenti sull'isola: territorio abitato da gente
insofferente con forte sentimento di libertà ed evasione. La dimensione
originaria del personaggio è sottomessa dalla presenza del padre, Wilhelm,
figura che assume, per Arturo, la mole di una vero e proprio ente supremo, e dall'assenza
della madre, ugualmente adorata a divinità. La storiadel suo amore impossibile per la matrigna è
l'indicatore chiave del suo personale disagio e della sua frustrazione
adolescenziale: “Fra quante donne esistevano al mondo, se ce n'era una più di
tutte impossibile per me, vietata al mio amore da una proibizione suprema,
quest'ultima era Nunziatella. Fino a poco prima, quando ancora non sapevo di
amarla, io potevo permettermi la speranza di accostarmi a lei, di meritare
nuovamente la sua gentile amicizia; ma ora, invece, nessuna speranza mi era
permessa.” Il punto cruciale del libro si svela dunque quando il protagonista
individua il suo amore intenso per la donna, atto che inevitabilmente lo
allontana dall'isola per sempre. COMMENTO: E' un bel libro che va all'essenza
di sentimenti ed amozioni, proprio perché su un'isola così non poteva esserci
spazio per altro! E così Arturo è l'amore, è la contraddizione, è la
fanciulezza. Arturo immagina un giorno fantastico ancora da vivere, "il
fratello" che lo accompagnerà pieno di meraviglie, è talmente commovente
da farmi innamorare... non sai bene di chi o di cosa: ma quando finalmente
entri nel racconto, ti innamori e desideri e soffri insieme a lui. Mentre
leggevo, vivevo le sensazioni di un innamoramento (dalla chiusura distomaco, alla stretta alla gola, alle lacrime)! Elsa è
bravissima, non solo a dare il crescendo emotivo e drammatico delle situazioni,
ma a esaminare l'animo del ragazzo, nella sua solitudine, nel rapporto con il
padre, nel sentimento d'amore per Nunziatella. Una storia semplice, una storia
di nessuno, che diventa la storia di tutti noi, che crescendo diventiamo uomini
di un mondo in cui, ahimè, non c'è scampo. Continua »
ANALISI DEL TESTO NARRATIVO DI SARA BALDUCCI INTRODUZIONE
Scritto nel 1952, “L'isola di Arturo” narra la difficile vita del giovane
protagonista dal nome di una stella. Con quest'opera pubblicata nel 1957, la
Morante si garantì il Premio Strega e confermò così le sue doti
narrative. BIOGRAFIA DELL'AUTORE Elsa Morante è nata a Roma nel 1913. Imparò a leggere e a
scrivere da sola senza bisogno di frequentare le scuole medie ed elementari.
Iniziò ben presto a comporre le sue prime poesie e fiabe; più grande s'iscrisse
al liceo classico dove sostenne risultati tanto positivi da permetterle di
frequentare l'università. Non ottenne però la laurea perché troppo occupata
dall'attività letteraria, avendo cominciato a scrivere novelle e racconti
pubblicati su riviste femminili. Nel 1941 uscì la sua prima raccolta di novelle
"Il gioco segreto" e nello stesso anno si sposò con lo scrittore Alberto Moravia, con il quale, però si separò nel 1962.
Il suo primo romanzo, "Menzogna e sortilegio", fu pubblicato nel 1948
e ricevette il Premio Viareggio, nel 1957 la Morante ricevette il “Premio
strega” grazie a "L'isola di Arturo", successivamente scrisse anche
un libro di poesie (Alibi), un libro di racconti (Lo scialle Andaluso) ed una
raccolta di poesie e prose (Il mondo salvato dai ragazzini). Nel 1974 compose
la sua più famosa opera: "La storia" e il suo ultimo suo romanzo,
"Aracolei", risale al 1982, dopodiché Elsa morì a Roma tre anni dopo.
I PERSONAGGI I personaggi di questo libro non sono classificabili in classe precisa, in primo piano c'è la
famiglia del protagonista che, nonostante le apparenze, è sufficientemente
ricca per rinunciare al lavoro, invece, sullo sfondo ci
sono gli abitanti dell'isola di Procida, gente semplice che svolge i mestieri
tipici del luogo e del tempo. ARTURO GERACE Arturo Gerace è il vivace
protagonista della storia, un giovane di quattordici,
che fa della sua isola un mondo incantato. Arturo, che è la voce narrante, si
descrive da solo: un bel ragazzino che di statura superava di poco il metro, ma
fiero dei suoi occhi neri e dei bei capelli mori, che tagliava solo per non
sembrare una ragazza, sempre spettinati e d'estate addirittura incrostati di
sale.Compiuti sedici anni il giovane Gerace diventò un uomo, alto e forte
capace di attirare su di sé le attenzioni delle giovani compaesane. Da piccolo
era cresciuto con la sua balia Silvestro, perché la madre era morta nel
metterlo alla luce e il padre era sempre lontano dall'isola per compiere chi sa
quali viaggi avventurosi. Così Arturo, allattato con latte di capra, dovette abituarsi presto ad
essere grande ed a badare a se stesso, l'unico inseparabile amico che aveva era
un cane femmina di nome Immacolatella. Man mano che il giovane cresceva
aumentava in lui l'ammirazione per suo padre, che a causa dei lunghi e continui
viaggi, era diventato irraggiungibile come un dio, almeno fincHè non fosse
cresciuto e con questo desiderio di crescere, Arturo passava le Continua »
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