lunedì 4 giugno 2012

Donne e arte

DONNA E ARTE
Immagini, visioni e travisamenti


Da sempre , la storia dell’arte raccoglie le immagini e le forme bi e tri-dimensionali del corpo femminile. Scultori e pittori hanno fermato nelle loro opere le tracce , i turbamenti e le seduzioni legate alla relazione con la donna.

Le donne hanno iniziato molto tardi ad avere la possibilità di rendere pubblico il loro modo di  rappresentare la realtà e di rappresentarsi sulla tela .

Per le donne è prima pubblica l'esperienza della scrittura e poi l’arte pittorica. Almeno quantitativamente il numero degli uomini che hanno abbracciato la carriera artistica è sicuramente superiore a quello delle donne.

La poesia, la danza e il canto sono state le arti più dominate dal sesso definito “debole”. Questo rende difficile una ricostruzione iniziale, cioè dagli albori della civiltà, di come le donne hanno percepito il loro corpo e quello del maschio. Abbiamo fonti scritte, grafiche e materiali di come l’uomo ha percepito il corpo della donna, ma non l’inverso. L’ enorme mole di sperimentazioni artistiche, scultoree e pittoriche, che nei secoli si è stratificata testimonia l’interesse innegabile suscitato dal soggetto femminile che diventa oggetto di contemplazione e di lavoro negli atelier degli artisti.

Del resto la donna socialmente e politicamente è stata per molti secoli rinnegata come interlocutrice del dialogo civile e culturale della comunità maschile fino alla prima metà del Novecento, mentre è da sempre la muta compagna, immobile e nuda, degli itinerari artistici dei più grandi nomi europei.

Direbbe Fatema Mernissi che la tela ha denunciato e denuncia ancora  un dominio assoluto dell’uomo occidentale sulla donna, il suo bisogno di guardarla come oggetto posseduto e da possedere, mistero fermato dall’immagine fissa del quadro. tale dominio adesso si sta spostando pericolosamente nel mondo massmediale, nel mercato consumistico e vertuale dell'immagine pubblicitaria.

Nuda e perciò indifesa e afferrabile contro la paura maschile di non saper reggere il gioco della seduzione, da sempre attivato dalla donna tramite il costume, il gesto e lo sguardo.

Un essere in movimento, diverso e ambiguo, che viene invece immortalato nell’opera. L’ambiguità morale della donna viene spesso riferita in letteratura come una caratteristica temibile per gli uomini di ogni tempo. Dalle lettere di San Paolo nel Nuovo testamento, alle pagine del Boccaccio e del Machiavelli, fino a ricordare la titubanza persino di Rousseau nell’affrontare in modo radicale, come la sua mentalità illuminista ed evoluta avrebbe voluto, l’indipendenza e la libertà delle donne.

L’arte è diventata così la sfacciata e brillante fotografia di questo bisogno dell’uomo di fermare e di imbrigliare in un modello spesso stereotipato l’immagine della sua compagna di vita.
Le donne stanno velocemente accellerando gli esiti della loro presenza e bisogna dare spazio a un monitoraggio descrittivo e critico di tale presenza nel mondo artistico contemporaneo, recuperando nomi ed esperienze rimosse, negate, dimenticate.

Floriana Coppola

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