PERCHE’ PENSARE LA DIFFERENZA[1]
Uno
dei problemi femminili è pensare la differenza. E’ già ritrovarla nei modi,
nelle motivazioni, nei linguaggi con cui il progetto è nato e si è svolto:
cariche di connotazioni soggettive, racconti, scambi, partecipazione, la genesi
e la realizzazione del progetto sono apparse immediatamente e intimamente
connesse ai contenuti.
La
famiglia, l’educazione, l’arte, la narrativa per le bambine e il pensiero del ‘900: entro i
confini di uno sguardo parziale, ma consapevole, questi sono gli ambiti che abbiamo
scelto perché rappresentano esperienze che maggiormente aprono all’orizzonte
del simbolico. Ecco allora l’idea di attingere anche a linguaggi diversi da
quello verbale, come quello cinematografico e quello della fotografia: la
pluralità dei linguaggi veicola contenuti in modo più ricco, parla a pubblici
diversificati per interessi e sensibilità, e struttura il modo in cui la
differenza diviene pratica, esperienza, vissuto, relazione.
Dunque
torniamo sulla differenza, l’esperienza di ogni donna incarnata in una
duplicità contraddittoria: il sentirsi pienamente partecipi nel mondo e insieme
straniere e sradicate da esso. Patire e
nello stesso tempo amare la propria differenza: questo il paradosso che emerge
dal vissuto delle singole donne e che trova come primo e più immediato luogo di
espressione il proprio corpo. Sede di contrasti e conflitti a volte
violenti, il corpo può diventare sperimentazione, gioco, progetto,materiale ed
esecutore della pratica artistica femminile. Si fa mezzo della riflessione, a
volte della provocazione, entrando nelle contraddizioni che abitano la
differenza sessuale.
[1]
Liberamente tratto da FEMMINILE PLURALE,
Autori vari (Laura Boella, Vittorio Cigoli, Barbara Mapelli, Elena di Raddo,
Daniele Perra e Fernando Rotondo), editore Tre Lune, maggio 2003
Ciao cara, trovato il tuo blog ... già il titolo mi piace!Dimmi che idee hai, possiamo parlarne. Sentiamoci su fb domani. Bacio! Raffaella Amoruso
RispondiEliminaTutte le idee e il progetto sono inserite nel blog e nella mail collettiva, in cui ti inserisco...
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