martedì 26 giugno 2012

Requiem Cecilia Storyteller

Prima, un bruciore nel ventre. Colpa. Cieca colpa. Irrealtà. Timore. Freddo in giugno. Poi, il desiderio di trovarsi già al giorno dopo. Ma era un desiderio stolido – lo intuì subito. La morte di Giordano sarebbe continuata ad accadere . Per sempre. Le restavano i colpi sincopati della batteria che Giordano aveva suonato per anni. Uscivano congelati dai CD che sentiva a ripetizione, sempre gli stessi, senza soluzione di continuità. Sentiva. E non ascoltava. Verso mezzanotte si sorprese a comporre il numero di cellulare di Giordano. La segreteria invitava a riprovare più tardi. Da allora, negli anni, non ha più smesso di provare un piacere perverso nel telefonare a case vuote. A numeri non collegati. Temporaneamente non disponibili. E il suo ascoltare il vuoto è divenuto luminoso.

1 commento:

  1. Leggerò con grande piacere anche quest’ultimo libro di Cecilia Testa, di cui conosco già lo stile, la prosa asciutta, stringata e gradevolmente ironica. I suoi ascendenti letterari sono I francesi, in particolar modo Quenau, Perec e i nostri Calvino e Savinio. A proposito di Savinio mi piace citare una sua frase: ‘Quanto a un surrealismo mio, se di surrealismo è il caso di parlare, esso non si contenta di rappresentare l’informe e di esprimere l’incosciente, ma vuole dar forma all’informe e coscienza all’incosciente’. E’ raro trovare libri di eccellente qualità letteraria , scabri e divertenti, come questi racconti di Cecilia,di cui ho letto un primo accenno, ma che seguirò a leggere con allegria.

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